Tragedia sul lavoro, muore operaio di 69 anni
L’incidente si è verificato a Refrontolo martedì 19 novembre alle 14.30 in un cantiere edile. La vittima è Marino Gazzola
La caduta improvvisa dall’impalcatura, da quasi 5 metri: 4, 92 avrebbe misurato per la precisione il metro laser. I tecnici dello Spisal e carabinieri anche al buio fino al tardo pomeriggio hanno svolto accertamenti.
L’incidente mortale in via Molinetto a Refrontolo si era verificato poco dopo la pausa pranzo, verso le 14.
A perdere la vita un muratore esperto Marino Gazzola, 69 anni di Altivole, sposato con tre figlie, dipendente dell’impresa edile Gazzola Costruzioni di Caselle d’Altivole. L’uomo era appena rientrato da un periodo di malattia. Era stato operato alle anche e conseguentemente assente dal cantiere per circa un mese e mezzo.
Fatali le ferite alla testa
Solo gli ispettori dell’Ulss 2 potranno verificare con precisione cosa sia avvenuto. Perché dell’istante della caduta non vi sarebbero stati testimoni oculari. In quattro erano al lavoro, uno dei colleghi era talmente scosso che non riusciva a parlare.
Vedere Marino, il più esperto e infaticabile, steso a terra esanime in una pozza di sangue, è stata una scena raggelante. Immediata la chiamata al 118, sul posto ambulanza e elisoccorso, però fin dai primi istanti è stato evidente che non c’era niente da fare.
Il 69enne è deceduto sul colpo. Lì, in quella strada famosa perché conduce al Molinetto della Croda, è in costruzione un bed and breakfast. La famiglia Stival, proprietaria del bar ristorante Al buon gustaio, aveva deciso di riqualificare l’area adiacente.
A maggio erano stati avviati i lavori di demolizione di un vecchio capannone, quello che una volta era un piccolo allevamento di galline, da tempo in disuso. A maggio era stato avviato il cantiere e hanno come termine marzo 2027. I lavori di costruzione del nuovo edificio, una struttura ricettiva con tre camere e appartamenti, un investimento per il futuro e dare ospitalità ai turisti delle Colline Unesco, erano già a buon punto. Si è già alla realizzazione della falda del tetto.
Ed è da lì che Marino Gazzola è precipitato sulla piastra in cemento. Cosa e come sia successo in quel cantiere, sotto sequestro, lo stabilirà l’indagine aperta per omicidio colposo. Formalmente committente dei lavori è Guido Stival, 83 anni, conosciuto e stimato da tutti a Refrontolo, proprietario del vicino ristorante, che è in affitto e gestito da altri. La testimonianza
«Quando ho visto l’ambulanza credevo fosse accaduto qualcosa a mio papà – racconta la figlia di Stival –. Poi abbiamo capito che era un muratore, esattamente non si sa come sia caduto. Era appena rientrato al lavoro dopo che era stato operato alle anche. Siamo vicini alla sua famiglia, non ho avuto il coraggio di avvicinarmi quando ho capito cosa era avvenuto».
I lavori avevano ottenuto tutte le autorizzazioni previste, ed è appunto una delle diverse nuove strutture ricettive in costruzione nell’area della Docg. «Qui era stato mio nonno a costruire i capannoni dell’allevamento, ma erano sempre rimasti lì – aggiunge la donna –. Poi è venuta l’idea di realizzare qualcosa di nuovo ed è stata scelta un’impresa affidabile». Il cordoglio del sindaco Canal
In via Molinetto, oltre ai titolari della ditta, è sopraggiunto il sindaco Mauro Canal, visibilmente scosso. «Quando si vedono queste scene si rimane senza parole, una disperazione straziante dei titolari e colleghi – osserva il primo cittadino di Refrontolo –. Cose che non dovrebbero accadere, ma purtroppo si ripetono anche con una certa frequenza. La vittima da molti anni lavorava per questa impresa, ha sempre fatto questo di mestiere. Non si è capito cosa sia accaduto, c’è lo Spisal che sta svolgendo le indagini, non si è capita la dinamica».
Le verifiche sono proseguite al buio, finché verso le 18. 30 è stata recuperata la salma, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria per una eventuale autopsia. Una tragedia sul lavoro su cui hanno lanciato un nuovo grido d’allarme i sindacati. Toigo (Uil Veneto): «Indifferenza il più grosso nemico della sicurezza»
«Sono scioccato: il Veneto piange l’ennesimo morto sul lavoro. Un operaio oggi è morto in un cantiere mentre lavorava a Refrontolo, nel trevigiano. Sono trascorsi due mesi dalla manifestazione che abbiamo organizzato per sensibilizzare sui morti sul lavoro, con una chiatta carica di 101 bare – i morti sul lavoro in Veneto nel 2023 – che ha navigato nelle acque di Venezia. Abbiamo voluto, con quell’iniziativa, risvegliare le coscienze, perché i più grossi nemici della sicurezza sono l’indifferenza, l’assuefazione, la rassegnazione. Non possiamo e non vogliamo abituarci a leggere queste notizie, non lo accettiamo». È il commento di Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto, all’infortunio mortale accaduto oggi in provincia di Treviso.
Infortunio mortale sul lavoro in un cantiere a Refrontolo Cisl: «Strage inaccettabile, servono formazione, rispetto delle normative e controlli»
Si allunga la scia di sangue sul lavoro nella Marca, con l’ennesima vittima nel pomeriggio di oggi 19 novembre in un cantiere edile di Refrontolo. A perdere la vita, un uomo di 69 anni, dopo un volo di 5 metri che non gli ha lasciato scampo.
«Le più sentite condoglianze alla famiglia - dichiara Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso - e a tutti i colleghi e collaboratori della vittima. Nei luoghi del lavoro si sta consumando una strage inaccettabile, figlia del mancato rispetto delle misure di sicurezza che sono obblighi di legge e che sono fondamentali per permettere lo svolgimento del lavoro in piena tranquillità. Nel caso specifico, verranno accertate le responsabilità di questa ennesima caduta dall’alto, che è la prima causa di morte nei cantieri edili. Serve un maggiore e più profondo impegno condiviso da tutte la parti in causa per diffondere una vera cultura della sicurezza, che parta dalla formazione, dal rispetto dei contratti e delle norme e che passi per un rafforzamento dei controlli in tutti i luoghi di lavoro».
«Ci si domanda anche - aggiunge Marco Potente, segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso - come sia possibile che un uomo di 69 anni sia ancora al lavoro su un’impalcatura di un cantiere e come sia stato montato il ponteggio da cui è precipitato: un’impalcatura montata a norma di legge impedisce la caduta dall’alto, sia essa dovuta a un malore, a un errore o a una distrazione. Le norme per garantire la sicurezza nei cantieri ci sono e vanno rispettate da tutti, in primis dai datori di lavoro. E se ciò non accade, invitiamo i lavoratori a segnalare alle forze dell’ordine gli abusi, le carenze, le mancate tutele e la carenza anche delle più elementari forme di protezione dei lavoratori».
La Filca Cisl ha da tempo messo a disposizione dei lavoratori e dei cittadini “Un segnale per la vita”, un form online su www.filcaveneto.it per inviare in forma anonima le segnalazioni di irregolarità e insicurezza.
Pubblicato su La Tribuna Di Treviso