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Diciottenne investito e ucciso in Pontebbana a Nervesa, indagata la testimone

La donna, un’infermiera di 35 anni, s’era fermata per dare l’allarme al 118. L’accusa è di omicidio stradale

A quattro giorni dalla tragedia, c’è una svolta nelle indagini sulla morte del diciottenne, originario del Burkina Faso, investito, all’alba di domenica 18 agosto, da un’auto pirata nella Pontebbana a Nervesa. La procura della Repubblica di Treviso ha virato sull’infermiera che per prima aveva lanciato l’allarme dopo essersi accorta di un problema alla sua auto e, soprattutto, del corpo senza vita di Cheick Tidiane Bance, ai margini della Pontebbana. Si tratta di L.C., 35 anni di Susegana, in servizio all’ospedale di Conegliano.

Se così fosse, non si tratterebbe più di un investimento pirata. La donna, correttamente, aveva per prima lanciato l’allarme, dopo essersi accorta del corpo esanime del giovane di origine africana. Nella giornata di domani, L.C. verrà interrogata in procura dal pubblico ministero Michele Permunian, titolare dell’inchiesta.

Nel pomeriggio di mercoledì, il medico legale Alberto Furlanetto aveva effettuato l’autopsia sul corpo di Bance, concludendo che ad essere fatale al giovane, residente fino al 2020 a Ponzano, prima di trasferirsi con la madre in Francia, era stato un fortissimo trauma cranico, confermando l’investimento ed escludendo di fatto l’ipotesi residuale dell’aggressione.

Pubblicato su La Tribuna Di Treviso