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Omicidio di Treviso. L’addio a Vincenza Saracino, «semplice ed esuberante»

Almeno 400 persone, il 17 luglio, nella chiesa di Canizzano. La 50enne è stata uccisa in via Maleviste con cinque coltellate

«Siamo tutti con il cuore ferito e a chiederci: perché?». E poi: «Noi abituati all’auto, abbiamo riscoperto da te la bici, simbolo della tua mitezza. Buon viaggio in bici verso il cielo, cara Enza».

Don Rodolfo Budini, al funerale nella chiesa di Canizzano, ricorda così Vincenza Saracino, uccisa a 50 anni da mano ancora ignota, il cadavere rinvenuto due settimane fa in un casolare diroccato in via Maleviste.

Le parole del parroco che fanno riferimento alla bici con cui andava e tornava dal sexy shop gestito dal marito sul Terraglio. La bici con cui lo scorso 2 luglio ha fatto l’ultimo viaggio, prima di scomparire vicino a casa.

Il celebrante utilizza gli aggettivi «semplice» ed «esuberante» per tratteggiare Vincenza, di cui sottolinea «il grande amore per il marito Fabio, con cui stava insieme da 28 anni».

La piccola chiesa di Canizzano è piena per l’ultimo saluto a Enza, almeno 400 persone: a stringersi attorno al marito Fabio, alla figlia e ai parenti, tutta la comunità della frazione di Treviso, a cominciare dalle amiche del bar Perla.

Dopo la funzione, la processione dei residenti dietro al feretro e la sepoltura al cimitero di Canizzano: l’abbraccio commosso di un quartiere. Il cadavere della 50enne originaria di Molfetta era stato trovato dai carabinieri lo scorso 3 luglio in una fabbrica dismessa e abbandonata in via Maleviste, fra i rovi e l'immondizia di una discarica a cielo aperto, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione.

L'assassino, stabilirà poi l'autopsia, l'aveva aggredita con violenza: cinque fendenti fra collo e mandibola. Vincenza aveva fatto perdere le sue tracce il giorno precedente: aveva lasciato il sexy shop gestito con il marito a Preganziol, con la bici era entrata al supermercato Iperlando e aveva raggiunto il bar Perla a Settecomuni, sua tappa abituale sulla via di casa.

Lì aveva acquistato un pacchetto di sigarette, lì il titolare Vittorio De Piccoli era stato l'ultimo a vederla. Ventiquattro ore dopo la macabra scoperta.

Pubblicato su La Tribuna Di Treviso