La tragedia del Natisone, la Procura indaga sulle comunicazioni tra Patrizia e gli operatori del 112
L’appello del sindaco di Premariacco De Sabata: «No a ricerche improvvisate. Se l'intento, nobile, è di aiutare, l'effetto sarà di ritardare o fermare i soccorsi». E sulla spiaggia tornano i bagnanti
Uno dei prossimi passaggi dell'indagine della Procura di Udine sulla morte di Patrizia e Bianca e sulla scomparsa di Cristian mirerà a chiarire quanti operatori del Numero Unico per le Emergenze 112 abbiano interagito al telefono con Patrizia.
La ragazza telefonò quattro volte al numero unico ma il secondo tentativo fallì perché la linea cadde praticamente subito e non ci fu contatto tra richiedente e operatore.
Da quanto si è appreso, è possibile - anzi, per gli esperti è molto probabile - che ci sia stato più di un interlocutore a raccogliere la richiesta di aiuto della ragazza, mentre si innalzava rapidamente il livello delle acque del Natisone.
Il flusso di richieste di Sos al 112 è elevatissimo e operano almeno una decina di operatori in servizio continuativo e contemporaneo. Il fatto che la ragazza potrebbe aver interloquito con più di un operatore - come in tutti i casi - non pregiudica il servizio di soccorso: chi è al centralino ha davanti un monitor sul quale compaiono le richieste pervenute e gli interventi che sono stati eventualmente disposti.
Dunque un secondo o perfino un terzo operatore che fosse entrato in contatto con Patrizia avrebbe immediatamente saputo a quale situazione si facesse riferimento e quali provvedimenti erano stati decisi.
Le indagini al momento sono contro ignoti. Con l'introduzione del Nue 112, che in Fvg risale al 2018, si sfruttano le tecnologie più moderne: grazie a questi dispositivi, si capisce subito da che area geografica chiama la persona che chiede aiuto.
Viene fatta, cioè, una geo-localizzazione: tramite un sofisticato sistema, sia chi telefona con il cellulare, sia chi chiama con il telefono fisso, viene individuato in un punto della carta geografica. Si capisce con precisione il punto di chiamata così da consentire un tempestivo e preciso invio dei mezzi di soccorso.
È avvenuto anche a Premariacco con le squadre di terra dei vigili del fuoco, giunte in poco più di un quarto d'ora dalla prima chiamata - quella delle 13.29 - dopo essere partite dal Comando provinciale di Udine. L’appello del sindaco
È il decimo giorno di ricerche del 25enne Cristian Molnar trascinato dalla piena del Natisone lo scorso venerdì. I vigili del fuoco e gli uomini della Protezione civile sono già al lavoro.
Il sindaco di Premariacco Michele De Sabata intanto ha lanciato un appello per evitare che le persone si organizzino da sole per cercare il giovane. "Vi chiedo per favore - ha dichiarato - di abbandonare questa iniziativa.
Se l'intento, nobile, è di aiutare, l'effetto sarà di ritardare o fermare i soccorsi. Il solo passaggio dell'elicottero nella vegetazione potrebbe farvi male e comunque la presenza di persone estranee al soccorso è vietata.
Per favore non fatelo, perchè anche presidiare gli accessi al fiume per farvi desistere comporterebbe un dispiego di uomini tolti al soccorso. Stanno rischiando persone preparate. Per favore state lontani da Premariacco fino a Orsaria".
Sulla spiaggia della tragedia tornano i bagnanti
A una settimana circa dalla tragedia del Natisone, sono tornati i primi bagnanti sulla "Premariacco Beach", quella sorta di spiaggetta sul greto del Natisone, dove si erano sistemati i tre ragazzi, poi stretti nell'abbraccio mentre saliva la piena del fiume.
La presenza di qualche persona, giunta sul posto con il necessario per restare un pò di tempo distesa al sole - il posto è privo di qualunque servizio - ha suscitato la reazione indignata di molti cittadini che hanno trovato il fatto poco rispettoso nei confronti dei tre ragazzi morti. Il sindaco De Sabata, ha spiegato che «non esiste una specifica ordinanza di divieto». Dunque, è un comportamento che «sta al buon senso delle persone, non penso ci siano altre parole da spendere».
Di contro, la comunità locale ha in questi giorni manifestato non solo rispetto ma anche affetto per le vittime e per i soccorritori. Molti residenti della zona per tutta la settimana di ricerche hanno rifocillato l'esercito di soccorritori con viveri, dolci e generi di conforto.
Inoltre, chi è tornato sul greto in cerca di tranquillità, è rimasto deluso: lungo questa zona del Natisone sono ancora in corso le ricerche di Cristian, è continuo il rombo degli elicotteri che riecheggia in un'ampia area.
Tuttavia, la "spiaggetta dell'abbraccio" come qualcuno ha ribattezzato il luogo è ovviamente l'unico posto in cui non si svolgono le ricerche, dal momento che da lì i ragazzi sono stati trascinati via e sono stati visti sparire poco dopo passando sotto il ponte Romano.
I genitori di Cristian sono arrivati in Friuli
Sono arrivati dalla Romania i genitori di Cristian Molnar, il ragazzo di 25 anni travolto dalla piena del Natisone. Hanno raggiunto il primogenito Petru Radu che da venerdì scorso - proveniente dall'Austria dove risiede - stava già seguendo ora per ora le ricerche del fratello.
Ad accogliere i parenti c'era l'intera comunità di Orsaria di Premariacco.I parenti hanno anche partecipato a una messa in cui si è pregato per le due vittime accertate, Patrizia e Bianca, e, ovviamente, per il ritrovamento del disperso.
Le ricerche proseguono senza sosta ma dovranno fare i conti con l'ondata di maltempo prevista per le prossime ore: pioggia e temporali che sicuramente renderanno le attività più difficoltose. In caso di situazioni estreme, è già stata annunciata la sospensione temporanea delle ricerche.
La tragedia dei tre ragazzi è stata causata proprio per il carattere torrentizio del fiume Natisone le cui acque, come si è visto, in caso di forti e consecutive precipitazioni e conseguenti situazioni di piena, possono innalzarsi addirittura di metri in pochi minuti.
Pubblicato su La Tribuna Di Treviso