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Travolta da un furgone in Strada Ovest, muore dopo poche ore in ospedale

La vittima è Giulia Mauri, impiegata di 38 anni. Era in bicicletta quando è stata investita dal furgone che l’ha spinta nel Botteniga. Stava andando a trovare i genitori

E’ morta la giovane donna travolta nel primo pomeriggio di lunedì 3 giugno da un furgone mentre si trovava in sella alla sua bicicletta, a lato di Strada Ovest, nei pressi dell’incrocio con via Pisa.

Alcuni testimoni che hanno assistito alla scena l’hanno immediatamente soccorsa. Lei, dopo essere stata travolta dal mezzo, è finita in stato d’incoscienza nel fiume Botteniga.

La vittima è Giulia Mauri , 38 anni: è deceduta nella notte tra lunedì 3 martedì 4 giugno all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

Il testimone

«L’ho vista esanime in acqua, con il volto verso il basso. L’ho tirata fuori da lì, ho iniziato a rianimarla finché non sono arrivati i soccorsi. Le urlavo: resta con noi, resta con noi».

Francesco Scarpellino è stato uno dei primi a gettarsi nel Botteniga per vedere se c’erano persone da tirare fuori dalla cabina del furgone. Non aveva ancora visto che la ragazza di 38 anni era stata scaraventata dentro le acque del fiume a pochi metri di distanza dal luogo dell’impatto. «Sotto la superficie dell’acqua ho notato muoversi qualcosa, una sagoma appena sotto il livello dell’acqua. L’ho sollevata leggermente, era una ragazza».

Francesco racconta: «Con un dipendente della Civis le abbiamo praticato la rianimazione: resta con noi, ascoltaci, resta con noi, continuavamo a ripeterle. Abbiamo provato di tutto».

E aggiunge: «Eravamo proprio sul posto, ho visto il furgone sbandare fuori strada e capovolgersi, è stato veramente terribile».

Poco dopo il drammatico impatto lunedì 3 giugno sono arrivati i soccorsi per aiutare Giulia Mauri: le hanno messo una flebo. E poi via a sirene spiegate verso il pronto soccorso del Ca’ Foncello di Treviso. Poco dopo, sul luogo dell’impatto è arrivata la madre di lei.

Abita a una cinquantina di metri. «Cos’è successo qui, sto chiamando mia figlia al telefono ma non risponde, doveva venire da noi», le parole della madre. «Le abbiamo spiegato - continua Scarpellino - della ragazza in bici, ci ha chiesto che vestiti indossava, che bici aveva, poi l’hanno chiamata per dirle di andare in ospedale. L’ho vista quasi crollare». Le altre testimonianze

Anche degli operai che lavorano per Enel hanno aiutato Francesco. «Eravamo qui, abbiamo visto il furgone uscire di strada proprio davanti a noi: è stato terribile». Continuano: «Forse si è sentito male, un breve malore, ma quando è uscito dal camion era sotto shock e non ricordava niente».

Uno di loro non ha esitato a buttarsi dentro al fiume per recuperare il giovane collega che credeva in difficoltà dentro alla cabina del furgone. Anche per lui, il ritrovamento del corpo della ragazza è stato traumatico. «Era lì, girata sull’acqua», guarda verso il Botteniga e si incupisce. Com’è stato? «Terribile, era esanime». Chi era Giulia

Giulia doveva soltanto arrivare a casa dei genitori per pranzare con loro lunedì pomeriggio. Era quasi arrivata. Mancavano poco più di cinquanta metri. Giulia Mauri lavorava come impiegata presso uno studio di commercialisti a Treviso. Lunedì sera si stava dirigendo da mamma Paola e papà Renato per trascorrere un po’ di tempo in famiglia.

Giulia Mauri era fidanzata con Matteo Bernardi, che poco meno di due ore dopo l’incidente è sopraggiunto a sua volta in Strada Ovest ma solo per apprendere che Giulia era già stata trasportata in ospedale e correre anche lui in pronto soccorso. Chi era lì e ha visto la scena, lo descrive come «disperato per quello che era successo». — L’incidente

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Pubblicato su La Tribuna Di Treviso