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Anila morta sul lavoro a 26 anni: un video ha ripreso l'incidente

Anila Grishaj, l’operaia di Miane, è morta schiacciata dal macchinario sul quale stava lavorando il 14 novembre scorso alla Bocon.

Un video riprende gli ultimi drammatici minuti della vita di Anila Grishaj, l’operaia di 26 anni di Miane, morta schiacciata dal macchinario sul quale stava lavorando il 14 novembre scorso alla Bocon, l’azienda specializzata nella commercializzazione di surgelati di Pieve di Soligo.

Le immagini sono estrapolate dalle telecamere di sorveglianza interne allo stabilimento, in particolare si vedrebbe inquadrato il grande macchinario, che ha un corridoio che permette l'uscita. Inizialmente si vedrebbe la 26enne intenta ad operare sulla macchina predisposta per realizzare gli imballaggi utilizzati dall'azienda per confezionare i prodotti, poi la donna si sarebbe spostata, per ritornare successivamente verso il macchinario ed è in quel momento che il braccio automatico colpisce la giovane alla base del collo, schiacciandole le vertebre, provocandone la morte immediata.

Altra novità e che nei giorni scorsi è stato dissequestrato il macchinario, del valore di circa 1 milione e 400 mila euro e acquistato dalla Bocon un anno fa . Ciò significa che si è conclusa la perizia e ora la palla passa al consulente del pubblico ministero Massimo De Bortoli che redigerà la propria relazione. Sull'incidente ci sarebbero al momento due possibili ipotesi. La prima sarebbe quella di un malfunzionamento del sistema di sicurezza, la seconda sarebbe invece relativa ad un errore umano: in questo caso Anila avrebbe dato il via per la ripartenza della macchina ma nel frattempo si sarebbe trovata troppo vicina e per questo sarebbe stata travolta in pieno.

«Non ho visto le immagini del video e non intendo vederle, perché sono di estrema crudezza» afferma l’avvocato Luigi Fadalti, difensore di Luca Ricci, amministratore delegato della Bocon srl, che deve rispondere di omicidio colposo. Un atto formale e abituale nelle inchieste per morti sul lavoro, anche per consentire al titolare dell’impresa di partecipare, attraverso il legale ed eventuali consulenti, agli accertamenti sull’incidente. «Attendo che mi arrivi la perizia», conclude il legale.

Pubblicato su La Tribuna Di Treviso