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Imoco, cordoglio per la morte di Julia Ituma

Playoff contro Novara, data in dubbio dopo la tragedia dell’opposto dell’Igor

Doveva essere il giorno dedicato solo a tattiche e allenamenti, invece è diventato il giorno del dolore. Dovevano essere le ore in cui pregustare il clima dei playoff, invece sono diventate un tempo sospeso di silenzio e di lacrime. Doveva esserci spazio, anche in queste righe, per un’intervista, per parlare di volley, invece tutto è scomparso, avvolto dal lutto per la morte di Julia Ituma, opposto dell’Igor Novara, trovata senza vita all’alba di giovedì all’esterno di un albergo di Istanbul.

«Imoco Volley sconvolta dalla scomparsa di Julia Ituma, desidera porre le più sentite condoglianze alla società Volley Novara, alla famiglia della giovane atleta e a tutti i suoi cari. La società, lo staff e le atlete si uniscono al dolore del mondo del volley per la prematura dipartita di Julia». E’ questo il messaggio diffuso ieri dal club gialloblù e sono le uniche parole rese pubbliche, mentre il fiocco nero del lutto iniziava a campeggiare sui profili social di club, giocatrici, tecnici.

Nessun’altra dichiarazione ha spezzato la tetra aura di dolore e incredulità che ha avvolto il mondo del volley, fatto, specialmente al femminile, di tanti sorrisi, amicizie.

Giocatrici di scuola Imoco come Giorgia Frosini, Giulia Marconato, Loveth Omoruyi, Anna Pelloia, Alice Trampus avevano condiviso con Julia Ituma l’esperienza nel Club Italia e nelle nazionali giovanili.

Al Palaverde ci aveva giocato appena un mese fa la giovane numero 15 di Novara, in uno dei quattro scontri diretti stagionali. Ci sarebbe tornata a fine aprile nell’ipotetica semifinale scudetto tra Conegliano e Igor, che ai quarti affronteranno rispettivamente Busto e Chieri.

Non è ancora chiaro quale impatto questo lutto avrà sul calendario di Novara (attesa domenica in gara1 e mercoledì in gara2) ed eventualmente di tutti i playoff. E’ già stabilito per domani anche al Palaverde un minuto di silenzio. Dei tanti osservati in questi anni per terremoti, guerre, attentati, sarà certamente uno dei più intensi e difficili da superare prima di iniziare a giocare e tornare, per quanto possibile, alla vita.

Pubblicato su La Tribuna Di Treviso