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Morto Pierluigi Concutelli, terrorista ex di Ordine Nuovo

Aveva 79 anni, era ai domiciliari a Ostia per tre ergastoli. Fu il killer del giudice Occorsio. Nel 2011 trascorse un periodo ai domiciliari, per motivi di salute, nella casa del fratello Giacomo, a Portogruaro

È morto a Roma Pierluigi Concutelli, 79 anni, esponente del movimento di estrema destra Ordine Nuovo. In base a quanto riferisce il suo difensore, l'avvocato Emilio Siviero, Concutelli, che era malato da tempo, si è spento nella sua abitazione di Roma dove si trovava agli arresti domiciliari. Il terrorista stava scontando una condanna all'ergastolo per l'omicidio del giudice Vittorio Occorsio, ucciso sotto la sua abitazione romana il 10 luglio del 1976.

Nato a Roma ma cresciuto in Sicilia, Concutelli si avvicinò alla politica nella facoltà di Agraria dell’Università di Palermo legandosi agli ambienti del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese. Dal 1971 inizò la sua frequentazione con gli estremisti di Ordine Nuovo, il movimento politico poi sciolto dal ministero dell’Interno nel 1973. Concutelli passò alla clandestinità a seguito di un ordine di arresto del 1975 nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento per autofinanziamento di un banchiere leccese, Luigi Mariano.

A Roma entrò in contatto con ambienti eversivi di destra e partecipò a una riunione ad Albano laziale dove si ipotizzava la fusione, poi non andata in porto, di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo. Insieme a Stefano Delle Chiaie di Avanguardia Nazionale passerà anche un periodo in Spagna per appoggiare azioni in opposizione ai baschi dell’Eta.

È quando rientra in Italia che Concutelli organizza e mette in atto l’attentato al giudice Occorsio che nella capitale era impegnato in indagini sul mondo dell’eversione nera. L’attentato venne compiuto personalmente da Concutelli insieme ad un altro estremista di destra in via del Giuba, nel quartiere Africano di Roma, mentre il magistrato sta per mettere in moto la propria autovettura, una Fiat 125, per andare a Piazzale Clodio per una normale giornata di lavoro. Sul corpo senza vita del giudice all’interno della vettura i terroristi lasceranno alcuni volantini di rivendicazione dell’attentato: «La giustizia borghese si ferma all’ergastolo, la giustizia rivoluzionaria va oltre. Il tribunale speciale del Mpon ha giudicato Vittorio Occorsio e lo ha ritenuto colpevole di avere, per opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica perseguitando i militanti di Ordine Nuovo e le idee di cui essi sono portatori». Concutelli verrà poi arrestato con un blitz delle forze dell’ordine in un’abitazione dove si nascondeva in pieno centro storico di Roma.

In carcere, a Novara, nel 1981 si rende protagonista di un altro crimine sanguinario uccidendo insieme a Mario Tuti, un altro estremista di destra, Ermanno Buzzi, strangolato con dei lacci da scarpa durante l’oria d’aria perchè sospettato di essere un confidente dei carabinieri. L’anno successivo il copione si ripete e Concutelli uccide, sempre durante l’ora d’aria e sempre nel carcere di Novara, con una garrota Carmine Palladino, anche lui sospettato di voler rendere dichiarazioni agli inquirenti.

I Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, di Giusva Fioravanti progettarono anche la fuga di Pierluigi Concutelli: l’evasione sarebbe dovuta avvenire mentre Concutelli veniva trasferito dal carcere di Trani a quello di Taranto dove doveva prendere parte ad un’udienza per un processo.

Nel 2009 è stato colpito da un’ischemia cerebrale che ha portato ad un allentamento delle misure carcerarie fino alla sospensione della pena per motivi di salute del 2013.

Nel 2011 trascorse un periodo ai domiciliari, sempre per motivi di salute, nella casa del fratello Giacomo, a Portogruaro. 

Fece molto discutere nel 2008 la sua apparizione nel programma di La7 ’Ndp, Niente di personalè di Antonello Piroso, per la sua unica intervista televisiva a seguito della pubblicazione del libro autobiografico, scritto insieme a Giuseppe Ardica, «Io, l’uomo nero». In quell’occasione Concutelli disse di non pentirsi per quello che aveva commesso ma parlò di ’rammaricò per concludere: «Io sono stato un assassino e in quanto tale resto un assassino».

Pubblicato su La Tribuna Di Treviso